30 aprile 1873. Lettera: sui viaggi in treno di Shabbat

Percorso: Rabbino Marco Momigliano

Dati:
mittente: Marco Momigliano
destinatario: Samuel Nizza (Torino)
oggetto: Momigliano interviene sulla liceità dei viaggi in treno di Sabato

La minuta è redatta all’interno del quaderno copialettere usato da Momigliano tra il 1870 e 1897, carte 12v-13. Reca la data 30 aprile 1873.

Il Rabbino Maggiore di Bologna scrive allo zio Samuel Nizza, a Torino, riguardo alla liceità dei viaggi durante il Sabato. Per decidere della questione Momigliano richiama il principio rabbinico secondo il quale una prescrizione che trae origine dalla Legge, ovvero dalla Torà, non ammette eccezioni, al contrario delle prescrizioni rabbiniche (Talmud etc.), che possono essere modificate. In tale affermazione sembra potersi scorgere un’eco delle tesi di Mortara, sebbene il rabbino bolognese tenga a sottolineare che un’applicazione rigorosa di tale principio escluda categoricamente la possibilità di viaggiare in treno di Sabato, pur ammessa da molti rabbini del tempo. Un’obiezione mossa alla linea conservatrice adottata da Momigliano è la deroga prevista dalla Legge riguardo ai viaggi per mare; se è lecito viaggiare per mare, perché non estendere su analoghi presupposti il consenso anche ai viaggi in treno? A tal proposito desta interesse che Momigliano ricorra ad una prospettiva eminentemente storicistica nell’individuare le ragioni che indussero i Dottori della Legge a formulare tale eccezione. Egli, infatti, ritiene che essa tragga origine dalla rarità delle partenze che avvenivano in passato, fatto che rendeva imbarcarsi una priorità assoluta, anche nell’eventualità che il Sabato cadesse durante il viaggio. Il Rabbino Maggiore di Bologna non manca, poi, di rilevare come l’eccezione non avrebbe ragione di sussistere ai suoi tempi, data l’intensificazione dei collegamenti via mare.

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