21 maggio 1867. Lettera: le deliberazioni del Congresso di Firenze e le «voci maliziose» sul Concilio rabbinico

Percorso: Rabbino Davide Terracini

Dati:
mittente: Davide Terracini
destinatario: Avv. Leone Ravenna (Ferrara)
oggetto: Terracini delinea i passi da compiere perché il progetto di un Concilio rabbinico approvato dal Congresso di Firenze divenga realtà

La minuta è redatta su di un piccolo quaderno. È datata al 21 maggio 1867.
Terracini scrive a Ravenna, già segretario al Congresso di Firenze, poche settimane dopo l’evento, rammaricandosi per il ritardo nella pubblicazione delle deliberazioni, che avrebbero già dovuto trovarsi in possesso delle varie comunità. In particolare, il Rabbino Maggiore di Asti ha premura che tutti leggano la deliberazione relativa al Concilio rabbinico, dal momento che «si sono messe fuori vociferazioni maliziose o strambe su cui fa d’uopo illuminare la pubblica opinione». Una volta diffuso il testo delle deliberazioni, che al contrario di quanto avvenuto a Ferrara promuoveva l’indizione di una riunione rabbinica, occorre mettere in moto gli ingranaggi, perché il progetto giunga a compimento.

Il primo passo spetterebbe, secondo il volere dell’assemblea congressuale, alla Commissione esecutrice del Congresso, che dovrebbe inviare una circolare a tutti i rabbini e alle rispettive comunità. In secondo luogo, qualcuno – Terracini non esclude di poter assumere questo compito – dovrebbe rompere gli indugi e invitare i propri colleghi alla stesura di un programma, proponendo i temi da discutere. Non occorre che tutti o anche una maggioranza aderiscano; al contrario, secondo Terracini, inizialmente è preferibile consultare una cerchia più ristretta, così da ridurre il rischio di far naufragare il progetto fin dalla stesura del programma. Tale programma verrebbe poi sottoposto alla Commissione esecutrice, perché lo diffondesse a tutte le comunità. Terracini auspica un processo graduale, che consenta di eliminare le resistenze ed i timori degli oppositori. Propone persino una sorta di congresso in due tempi: una riunione preliminare ristretta, una seconda generale. Non spiega, tuttavia, in cosa differiscano concretamente i due stadi, particolarmente sul piano delle competenze.