25 giugno 1867. Lettera: Terracini invita Lattes ad un’adunanza preliminare tra rabbini

Percorso: Rabbino Davide Terracini

Dati:
mittente: Davide Terracini
destinatario: Giuseppe Lattes, Rabbino Maggiore di Reggio Emilia
oggetto: Terracini invita Lattes ad una riunione preliminare e dà voce alla propria frustrazione riguardo all’opposizione rivolta al suo progetto

La minuta è redatta su di un piccolo quaderno. Reca la data 25 giugno 1867.
In apertura Terracini si scusa con Lattes per non essersi potuto fermare da lui sulla via del ritorno da Firenze a causa di pressanti impegni. La familiarità che traluce dal tono della lettera dà agio all’autore di confidare all’amico la propria frustrazione per l’irragionevole opposizione mossagli dai «Rabbini di Livorno capitanati da Benamozegh». Tale «dissenso sistematico nel Rabbinato italiano», che già a Ferrara decretò il rifiuto ad indire un Concilio rabbinico, era frutto, secondo Terracini, di rivalità e pregiudizi. I suoi oppositori si ostinano a vedere nella sua proposta «la maliziosa intenzione di demolire e non altro che demolire il santo edificio dei Maggiori, vedono uno scisma, uno sconquasso di coscienze». La «propaganda di opposizione» non risparmiò neanche Marco Mortara, che l’anno prima aveva pubblicato l’opuscolo Della convenienza e competenza di un congresso rabbinico per M. Mortara. Mortara, Rabbino Maggiore di Mantova, fu con il Rabbino di Rovigo Abramo Mainster, il principale sostenitore di un Concilio rabbinico e di una moderata riforma del culto.
Questa «indecorosa discordia» minava, secondo Terracini, ancor più l’autorità rabbinica agli occhi dei laici, alimentando «il sospetto […] a nostro carico», ovvero che i rabbini non fossero altro che una turba litigiosa, e quello stato di isolamento, in cui si erano spontaneamente relegati e che era «piaga degna di sedere a fianco della indifferenza religiosa laicale». Il Concilio, dunque, avrebbe offerto al Rabbinato l’occasione di riscattarsi, di mostrarsi capace di dialogare e discutere nell’interesse comune degli ebrei italiani. I laici vi erano riusciti riunendosi in ben due Congressi (a Ferrara e a Firenze).

Come primo passo in tale direzione, Terracini riponeva le proprie speranze in un incontro preliminare, cui invitò Lattes, informandolo di aver già diramato la notizia anche a Mortara, Mainster ed altri rabbini, di cui non riporta i nomi. Sappiamo dalla lettera del 3 giugno 1867 che Giuseppe R. Levi, Rabbino Maggiore di Vercelli, era tra questi.

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